giovedì 12 maggio 2011
Seguire la trasmissione scientifica su rai news 24
Rai News 24, il canale all-news della Rai, ospita ogni giovedì, dalle ore 21.30 in poi, la trasmissione scientifica Spacelab, curata da Valerio Rossi Albertini, rappresentante per l'energia e le nuove tecnologie del Consiglio Nazionale delle Ricerche (C.N.R.).
Nelle prossime dieci puntate, la prima parte della trasmissione sarà dedicata al tema delle fonti rinnovabili di energia. Oltre a Rossi Albertini, in ogni puntata sarà presente un altro ospite, esperto dell’argomento.
Domani sarà la volta di Massimo Scalia (responsabile scientifico dei Verdi). Nelle puntate successive, saranno presenti, tra gli altri, Gianni Mattioli (responsabile scientifico di SEL), Stefano Ciafani (responsabile scientifico di Legambiente), Gianni Silvestrini (responsabile scientifico del Kyoto Club), Mario Tozzi (divulgatore scientifico e noto ambientalista).
Albertini, che in televisione si è espresso inizialmente con una posizione dubbia sul nucleare dopo il disastro di Fukushima, ha poi esplicitato anche con affermazioni forti la sua posizione a favore delle rinnovabili e contro il nucleare. Più volte ci ha scritto sul fatto che dovevamo fare rete attraverso i mezzi di comunicazione su web per informare, invitare e convincere gli italiani ad andare al voto il 12 e 13 giugno.
Rainews è visibile in chiaro sul digitale terrestre, via satellite, in streaming sul Web (www.rainews24.rai.it) e sulle piattaforme TV di Fastweb e Alice home TV.
La trasmissione è una delle pochissime "finestre" (forse l'unica) aperte sul tema dalle reti nazionali.
Romina Bicocchi
Comitato Maremma VOTA SI' per fermare il nucleare
Legambiente Dipartimento Internazionale
Loc. Enaoli, 58100 Rispescia (GR) - Italy
Tel +39 0564 48771/ fax +39 0564 487740
www.fermiamoilnucleare.it
venerdì 29 aprile 2011
IN VISTA DEL REFERENDUM DEL 12-13 GIUGNO
Prossimi eventi del Comitato Maremma
Nonostante le dichiarazioni del Presidente del consiglio, il Comitato Maremma “vota sì per fermare il nucleare” va avanti. Fino al 12 giugno tanti gli eventi in programma per la cittadinanza
Presentazione di libri, proiezioni di film, cene e conferenze tra maggio e giugno per informare la cittadinanza
A maggior ragione dopo le dichiarazioni del Presidente del consiglio, che ha affermato di aver realizzato la manovra per scippare i referendum ed evitando il voto che avrebbe fatto vincere il SI e che, allo stesso modo, avrebbe ripresentato la proposta a favore del nucleare una volta calmate le acque, come se gli italiani non fossero in grado di scegliere, il Comitato Maremma del “Vota sì per fermare il nucleare” continua la sua opera d'informazione. Sono diversi gli eventi in programma fino al 12 giugno, data in cui i cittadini saranno chiamati a votare per il referendum. L'emendamento approvato dal Senato passerà adesso al vaglio della Cassazione che deciderà se il referendum si svolgerà o meno.
Si parte venerdì 6 aprile con la presentazione del libro “Nucleare: a chi conviene?”, di Gianni Mattioli e Massimo Scalia, che si terrà alle ore 18,00 nella Sala conferenze del Museo di storia naturale della Maremma, con la concessione del patrocinio da parte della Fondazione Grosseto Cultura. Il libro, edito da Edizioni Ambiente, spiega cosa significherebbe per l’Italia investire sull’energia atomica anziché su fonti rinnovabili come il fotovoltaico e l’eolico basandosi su un'analisi di dati reali e documentati provenienti da fonti internazionali. Gli autori sono tra i padri dell’ambientalismo scientifico in Italia. Docenti alla facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università “La Sapienza” di Roma, hanno entrambi ricoperto importanti incarichi politici.
Venerdì 13 maggio, sempre alle 18,00, proiezione di un cortometraggio e di un documentario sui disastri di Chernobyl e di Fukushima. L'incontro che si terrà nella Sala conferenze del Museo di storia naturale della Maremma vuole ricordare a 25 anni dall'anniversario di Cernobyl, le condizioni in cui vivono ancora oggi le popolazioni delle aree contaminate e stabilire le "connessioni" non troppo lontane tra l'incidente in Ucraina e il più recente in Giappone. Durante l'incontro saranno proiettati alcuni filmati tra cui il reportage realizzato dalla trasmissione Le iene realizzato a Prjpiat, nella cosiddetta "zona morta", il cortometraggio The door di Juanita Wilson e James Flynn, candidato agli Oscar nel 2010 e un dossier su Fukushima, realizzato da SkyTg24.
Giovedì sera, 19 maggio, ci sarà una cena denuclearizzata “A tavola per i referendum” organizzata al Circolo Arci khorakhane, in via Ugo Bassi 62 a Grosseto, alle ore 20,00. A seguire ci sarà la proiezione di filmati e reportage su Chernobyl e Fukushima. Per informazioni chiamare il numero 349.0089398. La domenica seguente, 22 maggio, ci sarà invece una manifestazione a Montalto di Castro contro il nucleare.
Inoltre il Comitato organizzerà stand e banchetti informativi nel centro storico di Grosseto per tutto il mese di maggio e l'inizio di giugno. Gli stand saranno tutti i giovedì di maggio, dal 5 al 26, e giovedì 9 giugno, la mattina dalle 9 alle 13 in piazza De Maria davanti alla pizzeria Pappagone. Mentre il venerdì lo stand si sposterà in piazza Socci dalle 16 alle 20. Per partecipare agli stand o per richiedere materiale informativo è possibile visitare il sito www.festambiente.it, chiamare il numero 0564.48771 o scrivere a fermiamoilnucleare@
Hanno aderito al Comitato: Legambiente, Amici della Terra Grosseto, Wwf Grosseto, Libera, Movimento difesa del bene comune, Arci comitato provinciale, Mdc Grosseto, Rete dei comitati per la difesa del territorio, Comitato Terra di Maremma, Uisp, Terra, Cittadinanzattiva, Rete degli studenti medi di Grosseto, Associazione culturale Futuro di Maremma, Le Orme, Aics, Slow food, Giovani comunisti, Centro donna Grosseto, Federazione della sinistra, Pro loco di Alberese, Pro loco Marina di Grosseto, Sel, Festival resistente, Ecodem.
lunedì 11 aprile 2011
frasi R: R 26/28-33-53
frasi S: S 1/2-20/21-45-61
Le sostanze chimiche
vanno manipolate con cautela
A dosi non letali, la tossicità chimica dell'uranio può comunque produrre danni all'organismo: inalato in genere sotto forma di ossido (altamente solubile), l'uranio si discioglie nei liquidi delle mucose polmonari, ed entra rapidamente nel sangue. Nonostante gran parte dell'uranio assorbito venga espulso con le urine, la parte che non è eliminata si accumula nelle ossa e soprattutto nei reni; le conseguenze di questo accumulo producono effetti tipici dell'avvelenamento da metalli pesanti: dermatiti, gravi degenerazioni dei reni, necrosi delle arterie.
I danni da radiazione sono permanenti; l'uranio fissato nelle ossa e nei vari organi attraversati irraggia le cellule circostanti, con effetti particolarmente gravi sul midollo osseo. Inoltre le particelle inalate che non finiscono nel sangue possono restare nelle vie respiratorie per lungo tempo.
L'uranio non è assorbito attraverso la pelle; le particelle alfa che emette non sono in grado di penetrare la pelle, ciò rende l'uranio esterno al corpo molto meno pericoloso di quello inalato o ingerito.
Una persona può esporsi all'uranio sia inalandone le polveri nell'aria che ingerendolo con il cibo e con l'acqua; si calcola che l'assunzione media quotidiana di uranio sia compresa tra 0,7 e 1,1 microgrammi.
Persone che vivono in aree vicine a miniere che ne lavorano i minerali possono essere esposte a livelli di radioattività più elevati per via della produzione di polveri sottili e gas radon che vengono trasportati dai venti nelle zone circostanti.
Per la stessa ragione, senza un'adeguata ventilazione i lavoratori delle miniere sono esposti ad un elevato rischio di contrarre il cancro o altre malattie polmonari estremamente gravi. Anche le acque usate dalle miniere per il trattamento del minerale possono diventare veicolo di contaminazione per le aree vicine. Ricerche condotte nel 2005 dall'Arizona Cancer Center su sollecitazione della Nazione Navajo, in cui sono ubicate alcune miniere di uranio, hanno scoperto capacità mutagene di questo elemento, che è in grado di penetrare nel nucleo cellulare e legarsi chimicamente al DNA, alterandolo e provocando errori nella produzione delle proteine, e portare le cellule in stato precanceroso.
PRINCIPALI INCIDENTI NUCLEARI NELLA STORIA
giovedì 26 agosto 2010
la costruzione di una centrale atomica è necessaria per giochi politici ed è pericolosa per la salute delle generazioni future.
26.08.10 Fonte: http://www.naviny.by/
“Portare l'energia atomica in Bielorussia è criminale”
di Elena Spasjuk da "Svobodnye Novosti Pljus- SN Pljus" (14-21.07.2010)
Traduzione di Matteo Mazzoni per Mondo in Cammino (http://matteobloggato.blogspot.com/ -http://matteobloggatorussia.blogspot.com/)
Il capo del centro analitico di coordinazione “Ecologia e salute” (Kiev), il dottore in Medicina, professor Jurij Bandaževskij ha detto perché i distretti occidentali della Bielorussia non si possono considerare puliti e perché, a suo parere, la costruzione di una centrale atomica nel nostro paese è inaccettabile.
La conversazione è cominciata con la richiesta di commentare la valutazione dell'influenza della futura centrale atomica bielorussa sull'ambiente circostante e sulla salute umana fatta dagli esperti del Ministero della Sanità e dell'Accademia delle Scienze Nazionale in un documento comune.
– E' indispensabile tenere in considerazione non solo l'irradiazione esterna, ma anche quella interna che ricevono le persone con l'acquisizione di radionuclidi attraverso il cibo e l'acqua. Per esempio, il cesio che entra nell'organismo è molto più pericoloso per la salute di quello che agisce attraverso l'ambiente circostante. Gli studi condotti alla Facoltà di Medicina di Homel' hanno dimostrato che i radionuclidi che finiscono nell'organismo con il cibo causano danni permanenti agli organi vitali. L'irradiazione interna è molto più pericolosa di quella di fondo, ma non è tenuta in considerazione nella valutazione dell'effetto delle radiazioni sull'organismo umano.
– Cos'altro è indispensabile tenere in considerazione parlando di radiazioni in Bielorussia?
– Prima di tutto che la popolazione del paese è in contatto con i radionuclidi da più di cinquant'anni. E ancora – non si può parlare della parte occidentale del paese, in particolare della regione di Hrodna, come di un territorio pulito.
– Allora risulta che in Bielorussia non ce ne sono in generale?
– Proprio così. Tutta la popolazione della Bielorussia è entrata in contatto con i radionuclidi e ha sofferto per questo tanto prima quanto dopo l'incidente alla centrale atomica di Černobyl'. Le radiazioni si sono diffuse per il paese attraverso i prodotti alimentari.
Perciò non mi metterei a parlare come di una tendenza positiva del fatto che nella regione di Homel' la tendenza ad ammalarsi e la mortalità della popolazione non abbiano differenze statisticamente rilevanti rispetto a tali indici nell'intero paese o a paragonare gli indici con quelli della regione di Hrodna. Tutta la Bielorussia è contaminata dai radionuclidi e gli organismi della nostra gente, che per molti anni sono stati in contatto con i radionuclidi, sono danneggiati da questi. Bisogna riferirsi ai bielorussi se non come a dei malati, come a dei sofferenti per effetto delle radiazioni.
– Si tratta di diverse generazioni, compresi i nati degli anni post-Černobyl'?
– Certo. Avviene un processo di mutazione. La comparsa di malattie si osserva dopo una generazione e perfino più tardi.
Perciò nel nostro paese bisogna pensare a come salvare le persone e non sognare lo sviluppo dell'energia atomica. In caso contrario il territorio della Bielorussia potrebbe restare senza bielorussi. Forse questa variante potrebbe interessare anche a qualcuno, ma non a me. Nel mio intendimento la costruzione di una centrale atomica è necessaria più di tutto per giochi politici ed è pericolosa per la salute delle generazioni future.
– Tuttavia le autorità bielorusse inculcano attivamente alla popolazione che la centrale sarà sicura per l'ambiente e la salute delle persone.
– Centrali atomiche del genere non ci sono. Si tratta di scarichi minimi, ma l'inquinamento del territorio vicino alla centrale, soprattutto dei bacini d'acqua, è abbastanza elevato. Naturalmente diffonderanno radionuclidi e quant'altro. In questo senso mi è chiara l'inquietudine della Lituania per la programmata vicinanza di questo paese alla centrale atomica bielorussa.
Ci sono gli studi del professore britannico Chris Busby, in cui si è notato che il cancro della ghiandola mammaria delle donne che vivono nel raggio di cinque chilometri dalle centrali della Gran Bretagna è due volte più diffuso che nel restante territorio del paese. Là cresce anche la frequenza di leucemie nei bambini.
In tal modo i radionuclidi che verranno scaricati nell'ambiente circostante nel normale regime di lavoro della centrale atomica avranno un effetto negativo sulla salute delle persone che vivono nei territori vicino alla centrale.
– Ciò significa che le dosi di radiazioni che vengono definite sicure per le persone non lo sono?
– Ciò significa che quelle dosi che sono sicure come radiazioni di fondo, finendo all'interno dell'organismo non lo sono. Si tratta del fatto che le dosi reali che possono accumularsi nella popolazione che vive nella zona della futura centrale atomica oscilleranno tra 8 e 50 μSv/anno.
Una dose di 50 becquerel, determinata come limite sicuro per l'ingresso nell'organismo, deforma organi e sistemi vitali, distrugge totalmente lo sviluppo dei bambini. Una centrale atomica, cioè, non è ciò di cui i bielorussi hanno bisogno.
– Dove si può prendere allora l'energia indispensabile alla Bielorussia?
– Sviluppando le fonti di energia alternative. E ancora – se le autorità dicessero la verità sulla situazione in Bielorussia dopo Černobyl' e non si nascondessero dietro cifre menzognere, ci aiuterebbero a fare i conti con le conseguenze dell'incidente e ci aiuterebbero a risolvere il problema dell'energia senza la costruzione di una centrale atomica.
– Uno degli argomenti delle autorità bielorusse riguardo alla costruzione della centrale atomica è che al mondo funzionano 436 reattori nucleari. Con il loro aiuto in Europa Occidentale si produce circa il 29% di tutta l'energia elettrica della regione, in America Settentrionale il 19% e in Europa Orientale il 18%.
– L'AIEA popolarizza l'energia atomica nonostante i danni derivanti dal suo utilizzo. Allo stesso tempo l'organizzazione non rinnega l'accordo con l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per non diffondere informazioni sui rischi delle radiazioni, sulle lesioni all'organismo umano in conseguenza dell'azione delle radiazioni. In questa situazione soffrono tutti i paesi dove c'è l'energia atomica.
Al contempo l'OMS diffonde attivamente i dati su altri fattori che danneggiano l'organismo umano, tuttavia il più potente e terribile – le radiazioni – lo ignora. A mio parere, se la comunità internazionale sapesse la verità, assumerebbe un'altra posizione nei confronti dell'energia atomica.
Nel desiderio di svilupparla in Bielorussia si osserva il desiderio di entrare nel club nucleare. Ciò è anche comprensibile: tra l'altro si può trattare della produzione di elementi radioattivi per la bomba atomica. Tale è l'aspetto politico della questione della costruzione della centrale.
A mio parere, nessun potere sulla nostra terra deve avere a che fare con l'energia atomica. Abbiamo avuto una tragica lezione dall'incidente alla centrale atomica di Černobyl'. Una parte dei radionuclidi caduti allora sul territorio della Bielorussia sono di lunga vita e l'effetto della loro azione sull'uomo e sulla natura non ci è noto. Perciò sottolineo: portare l'energia atomica in Bielorussia è criminale.
* * *
Dossier
Jurij Bandaževskij. E' nato nel 1957 nella regione di Hrodna. Ha finito l'Istituto Statale di Medicina di Hrodna. A 31 anni è diventato il più giovane in URSS ad ottenere il dottorato in Medicina e a 33 a divenire professore. Nel 1990 ha fondato e preso a dirigere l'Istituto di Medicina di Homel'. E' noto per gli studi sul tema dell'influenza sulla salute umana di piccole dosi di radiazioni. E' autore di oltre 240 lavori scientifici.
Nel 1999 fu arrestato. Nel 2001 fu riconosciuto colpevole di aver preso tangenti e fu condannato a 8 anni. “Amnesty International” lo riconobbe prigioniero di coscienza, ritenendo che Bandaževskij fosse stato imprigionato per le critiche alle autorità bielorusse dopo la catastrofe della centrale atomica di Černobyl'. Nel 2001 Bandaževskij è divenuto il 25° detentore del Passaporto della Libertà, che da diritto a scegliere come luogo di residenza qualsiasi paese del continente europeo.
Dopo la liberazione a seguito di un'amnistia vive in Francia dal 2005. Adesso a Kiev dirige il centro “Ecologia e salute”, che si occupa dello studio degli effetti dei radionuclidi sull'organismo delle persone già colpite dagli effetti delle radiazioni. Il Centro è patrocinato dal Parlamento Europeo.
>>>YURI BANDAZEVSKY IN ITALIA A SETTEMBRE 2010
martedì 9 marzo 2010
no alle centrali
L' "Urlo nucleare" dice no alle centrali in Italia, 11:55
Occupazione del tetto della centrale, striscioni di protesta e concerto on line per dimostrare il dissenso verso la riapertura della centrale nucleare. Così Greenpeace ribadisce il ‘No al nucleare’
(Rinnovabili.it) – Gli attivisti di Greenpeace sono di nuovo in fase di contestazione. “Abbiamo occupato il tetto della fabbrica della vecchia centrale nucleare di Montalto di Castro, bloccata dal referendum del 1987. Un ‘urlo nucleare' di 150 metri quadrati ricopre il tetto, accompagnato dalla scritta Emergenza nucleare “.
L’Associazione è notoriamente contro la riapertura delle centrali nucleari e contro la costruzione di nuovi impianti ritenendoli il simbolo di regressione, un ritorno ad un regime energetico pericoloso e sconveniente che toglie spazio e fondi alla possibilità di istallare impianti per la generazione energetica ‘zero emission’. “Il nucleare è una scelta sciagurata per l’Italia e una pericolosa perdita di tempo. Tornare al nucleare significa perdere oltre dieci anni per ritrovarsi poi con centrali nucleari obsolete e pericolose, e sprecare l’opportunità di investire nelle vere soluzioni per l’indipendenza energetica italiana e per il clima: rinnovabili e efficienza energetica. Abbiamo occupato il sito di Montalto perché è uno dei più probabili per la localizzazione di almeno un reattore nucleare: è vicino al mare in una zona costiera a basso rischio sismico e idrogeologico, potendo già contare sulla presenza di una rete elettrica in grado di trasportare 3500 MW”.
Con la protesta, che potrà essere seguita on-line alle ore 13 gli attivisti puntano a sensibilizzare i candidati a guida delle Regioni di intraprendere azioni concreto a vantaggio del territorio e dei cittadini.
fonte www.repubblica.it