per firmare un appello contro il nucleare articolo e motivazioni nel post: appello di ricercatori e docenti...
venerdì 20 giugno 2008
Appello di un gruppo di ricercatori e docenti universitari
fonte: http://www.energiaperilfuturo.it/appelloEnergia.pdf
Le scelte energetiche per il futuro dell’Italia
Siamo un gruppo di docenti e ricercatori di Università e Centri di ricerca.
In virtù della conoscenza acquisita con i nostri studi e la quotidiana consultazione della letteratura
scientifica internazionale, sentiamo il dovere di informare la classe politica ed il Paese
riguardo la crisi energetica e climatica incombente, che minaccia di compromettere
irrimediabilmente la salute ed il benessere delle generazioni future. Tutti gli esperti
ritengono che sia urgente iniziare una transizione dall'uso dei combustibili fossili a quello
di altre fonti energetiche, così che possa essere graduale.
Riteniamo che l’opzione nucleare non sia opportuna per molti motivi: necessità di enormi
finanziamenti pubblici, insicurezza intrinseca della filiera tecnologica, difficoltà a
reperire depositi sicuri per le scorie radioattive, stretta connessione tra nucleare civile e
militare, esposizione ad atti di terrorismo, aumento delle disuguaglianze tra paesi
tecnologicamente avanzati e paesi poveri, scarsità di combustibili nucleari.
Sollecitiamo pertanto chi guiderà il prossimo Governo a sviluppare l'uso delle fonti di
energia rinnovabile: eolica, geotermica, idroelettrica e, in particolare, solare nelle varie
forme in cui può essere convertita: energia termica ed elettrica, combustibili artificiali,
biomasse. Il Sole, infatti, è una stazione di servizio inesauribile che in un anno invia sulla
Terra una quantità di energia pari a diecimila volte il consumo mondiale. E’ quindi
urgente sviluppare al massimo l’utilizzo di questa fonte su larga scala.
Per limitare i danni della crisi energetica e climatica che si sta delineando, è necessario
fare in modo che i cittadini italiani, a cominciare dagli studenti di tutte le scuole,
acquisiscano maggiore consapevolezza sulla delicata situazione in cui si trova il nostro
Paese.
Il risparmio energetico, l’uso più efficiente dell’energia ed in particolare delle energie
rinnovabili, lo sviluppo della ricerca scientifica sono le azioni necessarie per affrontare il
difficile futuro che ci aspetta e per lasciare in eredità ai nostri figli un Paese vivibile.
In questa grande sfida scientifica e tecnologica si gioca anche il futuro industriale ed
occupazionale della nostra nazione che non possiede risorse significative di combustibili
fossili e nucleari e che, quindi, non potrà ambire ad una maggiore indipendenza
energetica se non rivolgendosi all’unica risorsa di cui abbonda: l’energia solare.
Le scelte energetiche per il futuro dell’Italia
Siamo un gruppo di docenti e ricercatori di Università e Centri di ricerca.
In virtù della conoscenza acquisita con i nostri studi e la quotidiana consultazione della letteratura
scientifica internazionale, sentiamo il dovere di informare la classe politica ed il Paese
riguardo la crisi energetica e climatica incombente, che minaccia di compromettere
irrimediabilmente la salute ed il benessere delle generazioni future. Tutti gli esperti
ritengono che sia urgente iniziare una transizione dall'uso dei combustibili fossili a quello
di altre fonti energetiche, così che possa essere graduale.
Riteniamo che l’opzione nucleare non sia opportuna per molti motivi: necessità di enormi
finanziamenti pubblici, insicurezza intrinseca della filiera tecnologica, difficoltà a
reperire depositi sicuri per le scorie radioattive, stretta connessione tra nucleare civile e
militare, esposizione ad atti di terrorismo, aumento delle disuguaglianze tra paesi
tecnologicamente avanzati e paesi poveri, scarsità di combustibili nucleari.
Sollecitiamo pertanto chi guiderà il prossimo Governo a sviluppare l'uso delle fonti di
energia rinnovabile: eolica, geotermica, idroelettrica e, in particolare, solare nelle varie
forme in cui può essere convertita: energia termica ed elettrica, combustibili artificiali,
biomasse. Il Sole, infatti, è una stazione di servizio inesauribile che in un anno invia sulla
Terra una quantità di energia pari a diecimila volte il consumo mondiale. E’ quindi
urgente sviluppare al massimo l’utilizzo di questa fonte su larga scala.
Per limitare i danni della crisi energetica e climatica che si sta delineando, è necessario
fare in modo che i cittadini italiani, a cominciare dagli studenti di tutte le scuole,
acquisiscano maggiore consapevolezza sulla delicata situazione in cui si trova il nostro
Paese.
Il risparmio energetico, l’uso più efficiente dell’energia ed in particolare delle energie
rinnovabili, lo sviluppo della ricerca scientifica sono le azioni necessarie per affrontare il
difficile futuro che ci aspetta e per lasciare in eredità ai nostri figli un Paese vivibile.
In questa grande sfida scientifica e tecnologica si gioca anche il futuro industriale ed
occupazionale della nostra nazione che non possiede risorse significative di combustibili
fossili e nucleari e che, quindi, non potrà ambire ad una maggiore indipendenza
energetica se non rivolgendosi all’unica risorsa di cui abbonda: l’energia solare.
mercoledì 11 giugno 2008
Incidenti Nucleari luglio 2008 -State tranquilli
INCIDENTI NUCLEARI luglio 2008 (state tranquilli....)(fonte www.repubblica.it)
L'episodio nell'impianto a Romans-sur-Isere, nel sud-est della FranciaL'Autorità francese per la sicurezza nucleare: "Nessun impatto sull'ambiente"
Francia, nuova fuga radioattivaGoverno: ispezioni nei siti nucleari
Il ministro dell'Ambiente ordina inchiesta su 58 impiantidopo l'incidente di dieci giorni fa nella centrale di Tricastin
La centrale di TricastinPARIGI - Mentre infuria la polemica intorno alla centrale nucleare di Tricastin, teatro 10 giorni fa di un riversamento accidentale di acque contenenti uranio nei fiumi vicini, un nuovo episodio è stato reso noto oggi dall'Autorità francese per la sicurezza nucleare (Asn). Fuoriuscite di acque contaminate da elementi radioattivi, "senza impatto sull'ambiente", sono state registrate in un impianto della Areva a Romans-sur-Isere, nel dipartimento della Drome, anche questo nel sud-est della Francia. A causa della rottura di una condotta nello stabilimento Fbfc, dove si produce combustibile nucleare destinato alle centrali elettriche e ai reattori utilizzati per fini di ricerca, un'imprecisata quantità di uranio è fuoriuscita all'esterno. L'Asn ha comunque precisato che si tratta di "poche centinaia di grammi" di sostanza fissile, e che "in base ai primi rilievi" non sussistono rischi di contaminazione delle acque giacché nella zona "il terreno è fortemente impermeabile", e "le falde freatiche sono situate troppo in profondità"; una squadra di esperti e di tecnici è stata comunque inviata sul posto per gli accertamenti del caso. Si tratta della seconda fuga di liquidi registrata in due settimane dopo quella nella centrale di Tricastin (Vaucluse), che ha spinto il governo a richiedere la verifica delle falde freatiche situate vicino a tutte le centrali nucleari francesi. Dopo l'incidente infatti agli abitanti della zona è stato ordinato di non bere acqua corrente e di non mangiare pesce di provenienza locale; sono stati inoltre vietati l'irrigazione dei campi, i bagni nei corsi potenzialmente inquinati e gli sport acquatici in generale.
Da qui l'inchiesta ordinata dal ministro dell'Ambiente Jean-Louis Borloo su 58 impianti nucleari per fugare ogni timore sulle condizioni di sicurezza. "Non voglio che la gente sia sfiorata dal dubbio che venga nascosta o sottaciuta la benché minima situazione", ha affermato il ministro in un'intervista rilasciata al quotidiano francese Le Parisien. Intanto l'Asn ha annunciato di aver trasmesso nei giorni scorsi un fascicolo alla procura di Carpentras, in seguito all'ispezione che ha rilevato "gravi irregolarità" nella tenuta degli impianti di Tricastin. "Sebbene non si tratti propriamente di un incidente nucleare, bensì di un malfunzionamento a livello della gestione della centrale, quando si lavora in ambito nucleare nessuna negligenza può essere tollerata. La trasparenza, inoltre, deve essere esemplare", ha osservato il ministro. Nella notte tra il 7 e l'8 luglio, durante alcune operazioni di pulizia di una vasca di custodia, trenta metri cubi di una soluzione contenente 12 grammi di uranio per litro si sono riversati in due fiumi adiacenti al sito nucleare di Tricastin, gestita da due società filiali del gruppo Areva. Dopo un'inchiesta interna, Areva ha ammesso che all'origine dell'incidente c'è stata "mancanza di coordinamento" tra chi gestiva i lavori di sistemazione in corso nell'impianto e i responsabili delle attività di sfruttamento. (18 luglio 2008)
L'episodio nell'impianto a Romans-sur-Isere, nel sud-est della FranciaL'Autorità francese per la sicurezza nucleare: "Nessun impatto sull'ambiente"
Francia, nuova fuga radioattivaGoverno: ispezioni nei siti nucleari
Il ministro dell'Ambiente ordina inchiesta su 58 impiantidopo l'incidente di dieci giorni fa nella centrale di Tricastin
La centrale di TricastinPARIGI - Mentre infuria la polemica intorno alla centrale nucleare di Tricastin, teatro 10 giorni fa di un riversamento accidentale di acque contenenti uranio nei fiumi vicini, un nuovo episodio è stato reso noto oggi dall'Autorità francese per la sicurezza nucleare (Asn). Fuoriuscite di acque contaminate da elementi radioattivi, "senza impatto sull'ambiente", sono state registrate in un impianto della Areva a Romans-sur-Isere, nel dipartimento della Drome, anche questo nel sud-est della Francia. A causa della rottura di una condotta nello stabilimento Fbfc, dove si produce combustibile nucleare destinato alle centrali elettriche e ai reattori utilizzati per fini di ricerca, un'imprecisata quantità di uranio è fuoriuscita all'esterno. L'Asn ha comunque precisato che si tratta di "poche centinaia di grammi" di sostanza fissile, e che "in base ai primi rilievi" non sussistono rischi di contaminazione delle acque giacché nella zona "il terreno è fortemente impermeabile", e "le falde freatiche sono situate troppo in profondità"; una squadra di esperti e di tecnici è stata comunque inviata sul posto per gli accertamenti del caso. Si tratta della seconda fuga di liquidi registrata in due settimane dopo quella nella centrale di Tricastin (Vaucluse), che ha spinto il governo a richiedere la verifica delle falde freatiche situate vicino a tutte le centrali nucleari francesi. Dopo l'incidente infatti agli abitanti della zona è stato ordinato di non bere acqua corrente e di non mangiare pesce di provenienza locale; sono stati inoltre vietati l'irrigazione dei campi, i bagni nei corsi potenzialmente inquinati e gli sport acquatici in generale.
Da qui l'inchiesta ordinata dal ministro dell'Ambiente Jean-Louis Borloo su 58 impianti nucleari per fugare ogni timore sulle condizioni di sicurezza. "Non voglio che la gente sia sfiorata dal dubbio che venga nascosta o sottaciuta la benché minima situazione", ha affermato il ministro in un'intervista rilasciata al quotidiano francese Le Parisien. Intanto l'Asn ha annunciato di aver trasmesso nei giorni scorsi un fascicolo alla procura di Carpentras, in seguito all'ispezione che ha rilevato "gravi irregolarità" nella tenuta degli impianti di Tricastin. "Sebbene non si tratti propriamente di un incidente nucleare, bensì di un malfunzionamento a livello della gestione della centrale, quando si lavora in ambito nucleare nessuna negligenza può essere tollerata. La trasparenza, inoltre, deve essere esemplare", ha osservato il ministro. Nella notte tra il 7 e l'8 luglio, durante alcune operazioni di pulizia di una vasca di custodia, trenta metri cubi di una soluzione contenente 12 grammi di uranio per litro si sono riversati in due fiumi adiacenti al sito nucleare di Tricastin, gestita da due società filiali del gruppo Areva. Dopo un'inchiesta interna, Areva ha ammesso che all'origine dell'incidente c'è stata "mancanza di coordinamento" tra chi gestiva i lavori di sistemazione in corso nell'impianto e i responsabili delle attività di sfruttamento. (18 luglio 2008)
martedì 10 giugno 2008
Opinioni: il Nobel CARLO RUBBIA
Il pensiero sulle centrali Carlo Rubbia premio Nobel per la fisica Intervista di Antonio Cianciullo (Repubblica 6/6 08)
ROMA - «E' sempre il vecchio problema della trasparenza che abbiamo conosciuto ai tempi di Chernobyl. In Francia dicono "annegare il pesce", cioè confondere le acque.
Tre ore di ritardo nel segnalare alle autorità internazionali il guasto nella centrale slovena sono troppe, decisamente troppe».
Dal suo osservatorio svizzero, Carlo Rubbia segue con una certa preoccupazioni gli eventi che hanno portato al blocco della centrale nucleare di Krsko.
Pensa che quelle tre ore di ritardo avrebbero potuto scatenare problemi più gravi?
«Dico che ancora non sappiamo con esattezza quello che è successo, che i tecnici stanno cercando di capire cosa non ha funzionato, cosa ha prodotto il malfunzionamento».
Un problema che comunque non sembra essere stato particolarmente grave.
«Non è stato particolarmente grave masi è trattato dell' ennesimo campanello di allarme. Siamo di fronte a una tecnologia che è già vecchia e sta diventando obsoleta».
Oggi però i reattori di terza generazione, quelli che seguiranno il primo in costruzione in Finlandia, vengono presentati come il nuovo.
«Sinceramente non vedo una grande differenza tra i reattori di seconda generazione, quelli di cui leggiamo spesso nelle pagine di cronaca, e i reattori di terza generazione. I miglioramenti sono marginali, non vanno a intaccare il cuore del problema».
Cioè la sicurezza?
«Non solo la sicurezza. I punti critici riguardano le scorie, l'approvvigionamento dell'uranio, l'efficienza delle macchine, la proliferazione nucleare. Con la terza generazione, quella che si potrebbe costruire oggi, tutti questi fattori, che finora hanno costituito un freno potente allo sviluppo della tecnologia nucleare, restano in campo. Noi stiamo parlando di una tecnologia che risale agli anni Sessanta, ai tempi dei primi sottomarini nucleari. Ma veramente vogliamo tenerla in vita fino 2050, quando avrà quasi un secolo?
Eppure è proprio questo il progetto lanciato in Italia: avviare oggi la costruzione di impianti nucleari che nella migliore delle ipotesi, se nessuno si opporrà e tutto filerà liscio, saranno pronti attorno al 2020.
«Cosa vuole che le dica ... lo le posso dare solo un giudizio scientifico. Se si vuole veramente fare un salto in avanti, se si vuole imboccare la strada di un' energia efficiente e a basso impatto ambientale, bisogna avere il coraggio di scommettere sulla ricerca, bisogna puntare sulla quarta generazione. Quella sola darà vantaggi reali e significativi. Quando si parla di quarta generazione non si parla di un modello unico ma di una famiglia di reattori, tra cui quello al torio su cui ho lavorato per dieci anni, che hanno in comune altissime prestazioni. Innanzitutto l'efficienza: un reattore di terza generazione ha bisogno di 200 tonnellate l'anno di uranio, che è una risorsa piuttosto limitata, mentre a un reattore di quarta generazione basta una tonnellata l’anno di torio, che è abbondante come il piombo».
E per quanto riguarda le scorie?
«La sicurezza fa un salto a tutti i livelli, anche a quello delle scorie. Si passa da una radioattività che dura milioni di anni a un problema che si misura nell' arco dei secoli».
Da un orizzonte geologico a un orizzonte umano. «Esattamente. E poi si risolve anche in maniera radicale la minaccia della proliferazione atomica che oggi rappresenta una preoccupazione crescente e che, con eventuali reattori al plutonio. diventerebbe ancora più allarmante. Con il torio invece è tutto molto più semplice per l'ottima ragione che con questo materiale non si costruiscono bombe.
C' è solo una possibilità: scommettere sulla scienza. Non possiamo accontentarci di soluzioni vecchie e pericolose: dobbiamo investire risorse e intelligenza nella costruzione di un sistema energetico che sia al tempo stesso efficiente e sicuro».
ROMA - «E' sempre il vecchio problema della trasparenza che abbiamo conosciuto ai tempi di Chernobyl. In Francia dicono "annegare il pesce", cioè confondere le acque.
Tre ore di ritardo nel segnalare alle autorità internazionali il guasto nella centrale slovena sono troppe, decisamente troppe».
Dal suo osservatorio svizzero, Carlo Rubbia segue con una certa preoccupazioni gli eventi che hanno portato al blocco della centrale nucleare di Krsko.
Pensa che quelle tre ore di ritardo avrebbero potuto scatenare problemi più gravi?
«Dico che ancora non sappiamo con esattezza quello che è successo, che i tecnici stanno cercando di capire cosa non ha funzionato, cosa ha prodotto il malfunzionamento».
Un problema che comunque non sembra essere stato particolarmente grave.
«Non è stato particolarmente grave masi è trattato dell' ennesimo campanello di allarme. Siamo di fronte a una tecnologia che è già vecchia e sta diventando obsoleta».
Oggi però i reattori di terza generazione, quelli che seguiranno il primo in costruzione in Finlandia, vengono presentati come il nuovo.
«Sinceramente non vedo una grande differenza tra i reattori di seconda generazione, quelli di cui leggiamo spesso nelle pagine di cronaca, e i reattori di terza generazione. I miglioramenti sono marginali, non vanno a intaccare il cuore del problema».
Cioè la sicurezza?
«Non solo la sicurezza. I punti critici riguardano le scorie, l'approvvigionamento dell'uranio, l'efficienza delle macchine, la proliferazione nucleare. Con la terza generazione, quella che si potrebbe costruire oggi, tutti questi fattori, che finora hanno costituito un freno potente allo sviluppo della tecnologia nucleare, restano in campo. Noi stiamo parlando di una tecnologia che risale agli anni Sessanta, ai tempi dei primi sottomarini nucleari. Ma veramente vogliamo tenerla in vita fino 2050, quando avrà quasi un secolo?
Eppure è proprio questo il progetto lanciato in Italia: avviare oggi la costruzione di impianti nucleari che nella migliore delle ipotesi, se nessuno si opporrà e tutto filerà liscio, saranno pronti attorno al 2020.
«Cosa vuole che le dica ... lo le posso dare solo un giudizio scientifico. Se si vuole veramente fare un salto in avanti, se si vuole imboccare la strada di un' energia efficiente e a basso impatto ambientale, bisogna avere il coraggio di scommettere sulla ricerca, bisogna puntare sulla quarta generazione. Quella sola darà vantaggi reali e significativi. Quando si parla di quarta generazione non si parla di un modello unico ma di una famiglia di reattori, tra cui quello al torio su cui ho lavorato per dieci anni, che hanno in comune altissime prestazioni. Innanzitutto l'efficienza: un reattore di terza generazione ha bisogno di 200 tonnellate l'anno di uranio, che è una risorsa piuttosto limitata, mentre a un reattore di quarta generazione basta una tonnellata l’anno di torio, che è abbondante come il piombo».
E per quanto riguarda le scorie?
«La sicurezza fa un salto a tutti i livelli, anche a quello delle scorie. Si passa da una radioattività che dura milioni di anni a un problema che si misura nell' arco dei secoli».
Da un orizzonte geologico a un orizzonte umano. «Esattamente. E poi si risolve anche in maniera radicale la minaccia della proliferazione atomica che oggi rappresenta una preoccupazione crescente e che, con eventuali reattori al plutonio. diventerebbe ancora più allarmante. Con il torio invece è tutto molto più semplice per l'ottima ragione che con questo materiale non si costruiscono bombe.
C' è solo una possibilità: scommettere sulla scienza. Non possiamo accontentarci di soluzioni vecchie e pericolose: dobbiamo investire risorse e intelligenza nella costruzione di un sistema energetico che sia al tempo stesso efficiente e sicuro».
mercoledì 4 giugno 2008
http://www.ilsole24ore.com 4 giugno 2008
Incidente nucleare in Slovenia, allerta Ue
Incidente nucleare in Slovenia, allerta Ue
La Commissione europea annuncia di aver ricevuto una segnalazione di un incidente alla centrale nucleare di Krsko, spiegando che è già stata attivata la procedura di sicurezza per lo spegnimento dell'impianto. Il messaggio d'allerta, spiega un comunicato, è arrivato alle 17.38 e al momento di diffondere la nota (ore 18.27) la potenza del reattore è stata ridotta al 22%. Secondo quanto riferito dalla Commissione europea, si è verificata una perdita di liquido dal sistema di raffreddamento principale della centrale nucleare di Krsko. La cittadina è situata nel sud-ovest della Slovenia, e secondo le carte stradali risulta essere a 188 chilometri da Trieste. L'incidente è stato segnalato a Bruxelles attraverso il sistema di allarme nucleare rapido Ecurie, con il quale l'esecutivo Ue ha successivamente informato tutti gli Stati membri. La Commissione assicura che "il team d'emergenza della Direzione generale Trasporti ed Energia (Tren) rimane allerta fino a quando non arriveranno ulteriori informazioni e la situazione sarà pienamente sotto controllo".
sabato 31 maggio 2008
Incidenti Nucleari di cui si è a conoscenza dal 1952 al 2004
1952 Chalk River (Canada). L'errore di un tecnico provocò una reazione che portò alla semidistruzione del nocciolo del reattore.
1952 Usa. Un incidente con reattore Argon. 4 morti accertati.
1955 Febbraio, Atlantico. La nave appoggio Fori-Rosalie della Royal Navy affonda nell'Atlantico 1500 recipienti contenenti ciascuno una tonnellata di residui atomici a 1.600 Km dalle coste inglesi e a 2.000 metri di profondità.
Ottobre 1957 Windscale (GB). Fusione del nocciolo (l'incidente più grave che possa accadere in una centrale). Il reattore viene inondato. Fuga di radioattività pari al 1/10 della bomba atomica di Hiroshima. La nube radioattiva arriva fino in Danimarca. La radioattività su Londra si eleva 20 volte oltre il valore naturale (Londra dista da Windscale 500 km). Il consumo di latte è vietato in un raggio di 50 km (ogni giorno vengono gettati 600.000 litri di latte).
1957 Sellafield (Gran Bretagna). Un incendio nel reattore dove si produceva plutonio per scopi militari generò una nube radioattiva imponente. La nube attraversò l'intera Europa. Sono stati ufficializzati soltanto 300 morti per cause ricondotte all'incidente (malattie, leucemie, tumori) ma il dato potrebbe essere sottostimato.
1957 Kyshtym (Unione Sovietica). Un bidone di rifiuti radioattivi prese fuoco ed esplose contaminando migliaia di Kmq di terreno. Furono esposte alle radiazioni circa 270.000 persone.
1958 Usa. Un incidente a Oak Ridge: 12 persone investite dalle radiazioni.
1958 zona Urali (Urss). Catastrofe nucleare a causa dell'esplosione di un deposito di scorie radioattive. Centinaia di morti. Decine di migliaia di contaminati. Migliaia di km ancora oggi recintati.
1961 Idaho (Usa). Esplosione del reattore: 3 morti. Non si sono contati gli intossicati dentro e fuori l'impianto. Il grado di contaminazione dei corpi dei deceduti risultò così alto che le teste e le mani furono tagliate e sepolte in un deposito di scorie radioattive. L'impianto è stato definitivamente chiuso.
1964 Usa. Incidente al reattore Wood River: un morto.
1964 Garigliano (Italia). Guasto al sistema di spegnimento di emergenza del reattore. Si è andati vicino alla catastrofe.
1966 Belgio. Il fisico Ferdinand Janssen intossicato viene portato all'ospedale Curie di Parigi.
1966 Ottobre, Lagoona Beach (Usa). Alcune piastre di protezione si staccano e bloccano il circuito di raffreddamento del reattore autofertilizzante Enrico Fermi (61 Mw) per cui si ha surriscaldamento; il dispositivo di arresto automatico non funziona; il reattore riprende la sua attività soltanto nel 1970; e nel 1972 viene fermato definitivamente.
1967 Trino Vercellese (Italia). Fessurazione di una guaina d'acciaio di una barra di combustibile con conseguente chiusura della centrale per 3 anni. Per buona parte di questo tempo la centrale ha scaricato nelle acque del Po trizio radioattivo.
1967 Francia. Fusione di elementi combustibili nel cuore del reattore di Siloe (Grenoble). Ciò provoca la liberazione di Iodio 131 e Cesio 137 nell'acqua di raffreddamento del reattore. Si liberano gas radioattivi nell'aria.
1968 Den Haag (Olanda). Per un «errore tecnico» si libera nella centrale Up 2 del materiale radioattivo. La radioattività nell'aria della città supera di 100 volte i limiti «accettabili».
1968 Gennaio, Chooz (Belgio). Grave incidente nel reattore ad acqua leggera. La riparazione è durata 2 anni e 2 mesi. Nel 1970 il reattore è guasto di nuovo.
1968 Agosto, Brenìllis (Spagna). La centrale si blocca completamente. La riparazione è durata 3 anni.
1968 Francia. Il reattore di Monts Arreé si arresta per un incidente. Periodo di riparazione: 3 mesi.
1969 Garigliano (Italia). Sette arresti alla centrale per guasti.
Febbraio 1969 Latina (Italia). Arresto alla centrale di Latina per mancanza di alimentazione alla strumentazione (a marzo si avrà ancora un grosso guasto alla stessa centrale).
Gennaio 1969 Lucens (Svizzera). Dopo sole 7 ore di funzionamento si ha surriscaldamento con rottura di guaine ed infiltrazione di acqua contaminata nel sotterraneo. La grotta contenente la centrale è stata murata definitivamente.
1969 Germania. Per fessurazioni molteplici delle turbine il reattore Gundremmingen sul Danubio viene chiuso per 3 anni.
1969 Usa. Incendio nel reattore di Rocky-Flats. Durante l'incendio si perde plutonio.
1969 Francia. Parecchi chilogrammi di uranio vanno persi durante un incidente a Saint Laurent des Eaux. Le riparazioni durano parecchi mesi.
1970 Belgio. Altro incidente nel cuore del reattore di Chooz.
1970 Chicago (Usa). L'impianto Edison perde 200.000 litri di acqua contaminata.
1970 Usa. Il reattore da 600 Mw Dresden 2 sfugge completamente al controllo per 2 ore per un guasto ad una apparecchiatura di controllo.
1971 Den Haag (Olanda). Rottura di un tubo per il convoglia-mento di acqua radioattiva.
1971 Kansas. Si scopre che la miniera di sale scelta per lo stoccaggio delle scorie radioattive, al riparo dell'acqua, è piena di buchi e l'Aec (Ente americano per l'energia nucleare) è costretto a improvvisare dei piani di stoccaggio in superficie.
1971 Francia. Fournier rivela in «Charlie Hebdo» n. 14 che un tecnico del centro nucleare di Saclay ha tentato, due anni prima, di suicidarsi dando fuoco al laboratorio in cui lavorava.
1972 Francia. Due militanti del gruppo ecologico «Survivre et vivre» scoprono che più di 500 fusti di residui radioattivi su 18.000 conservati all'aperto al centro di ricerche nucleari di Saclay, hanno larghe fenditure che lasciano così sfuggire la radioattività.
1972 Francia. Un operaio portoghese che non conosce i segnali di pericolo lavora parecchie ore in una sala irradiata del centro di Saclay.
1972 Francia. Ancora al centro di Saclay sfuggono dieci metri cubi di liquidi radioattivi.
1972 Usa. Due lavoratori nell'impianto di Surry muoiono per l'esplosione dei tubi di un sistema di sicurezza mentre ispezionano tubi già difettosi.
1973 Marzo, Chinon (Francia). Arresto definitivo della centrale nucleare di Chinon I, dopo soli 11 anni di funzionamento. Di fatto la centrale ha mosso le turbine per 43.000 ore, ossia per 5 anni.
1973 Hanford (Usa). La Aec ammette che nei 15 anni precedenti si sono verificati 15 incidenti in cui si sono liberati liquidi radioattivi per un totale di 1.600.000 litri.
1973 Settembre, La Hague (Francia). Fuga di gas radioattivo. 35 lavoratori sono contaminati di cui 7 gravemente.
1973 Settembre, Windscale (GB). Nell'officina di ritrattamento si ha un rigetto di radioattività. 40 lavoratori sono contaminati.
1973 Novembre, Hanford (Usa). Si ha la diciassettesima fuga di liquidi radioattivi. Gli accumuli di plutonio in una fossa vicino alla città sono così grandi da rendere possibile una reazione a catena.
1973 Dicembre, Usa. Di 39 reattori, negli Usa, 13 sono fuori servizio. Brown's Ferry lavora al 10%, Peach Botton al 2%, Connec 2 al 20%.
1973 Den Haag (Olanda). 35 addetti agli impianti sono intossicati (7 in modo molto grave). Nubi di gas radioattivo si diffondono per 15 minuti sulla campagna.
1974 Usa. Da un'inchiesta risulta che più di 3.700 persone che avevano accesso ad armi atomiche hanno dovuto essere licenziate. Motivi: demenza, decadimento intellettuale, alcolismo.
1974 Sevcenko (Urss). Reazione tra il sodio (usato come liquido refrigerante) e l'acqua con generazione di idrogeno e soda caustica (che a sua volta corrode il circuito di trasporto del fluido). Il risultato è una grossa esplosione.
1974 Aprile, Austria. Qualcuno contamina volontariamente il treno Vienna-Linz con Iodio 131 e Iodio 113. Dodici persone vengono ricoverate. Gli autori dell'attentato non sono mai scoperti.
1974 Maggio, Casaccia (Italia). Si spacca un recipiente contenente plutonio. Non si sa altro.
1974 Maggio, Usa. L'Usaec comunica che 861 anomalie si sono prodotte nel 1973 nei 42 reattori in funzione; che 371 avrebbero potuto essere serie e che 18 lo furono realmente (di cui 12 con fuga di radioattività).
1974 Usa. Una nube radioattiva di trizio si forma per una fuga di gas da un condotto della centrale di Savannah Mirex, in Carolina. La nube va lentamente alla deriva ad una altezza di 70 metri.
1974 Francia. A 60 anni dall'avvio di una fabbrica di radio, nonostante il suo smantellamento, si libera ancora una radioattività significativa. L'acquirente del terreno di Gyf-sur-Yvette sul quale la fabbrica è situata scopre in vari punti fonti radioattive che superano 50 volte la dose massima consentita.
1974 Belgio. L'acqua della condotta Visé, captata nel Pletron, contiene da 2 a 3 volte più radon 22 (gas radioattivo) del massimo ammesso per una popolazione adulta vicina ad una centrale.
1975 Gennaio, Usa. Viene ordinata la chiusura di 23 reattori per guasti nel sistema di raffreddamento, vibrazioni anormali e piccole fughe di gas radioattivo.
1975 Germania. Il 19 novembre muoiono 2 operai nel reattore di Gundremmingen. I due dovevano riparare una valvola. Escono 4 litri di vapore radioattivo ad una pressione di 60 atmosfere e ad una temperatura di 270°C.
1975, 22 novembre, Italia. Due navi americane, la portaerei J.F.Kennedy e l'incrociatore Belknap, a bordo della quale vi erano armi nucleari, (come testimonia l'allarme in codice "broken arrow" che fu lanciato dal comandante della sesta flotta americana e che indica appunto un incidente che vede coinvolte armi nucleari) si scontrano al largo della Sicilia. La Belknap prese fuoco e fu gravemente danneggiata, ma l'incendio venne fermato a pochi metri dal magazzino che conteneva le armi atomiche.
1975 Marzo, Brown's Ferry (Usa). Per cercare correnti d'aria nella cabina di comando della centrale viene usata una candela che appicca il fuoco a tutti i cavi elettrici bloccando tutti i sistemi di sicurezza. Si riesce a rimediare fortunosamente (per un resoconto più dettagliato di questo grave incidente vedi il «Corriere della sera» del 2/7/1977, p. 3.). Secondo il calcolo delle probabilità questo incidente può verifi-carsi in un caso su mille miliardi!
1976 Gennaio, Germania. Sempre a Gundremmingen la neve caduta in abbondanza spezza le linee elettriche che convogliano l'energia prodotta nel reattore. Questo, spento con la procedura d'emergenza, fu soggetto ad una tale pressione interna che le valvole di sicurezza si aprirono e liberarono vapore radioattivo.
1976 Windscale (GB). Il reattore contamina di Iodio 131 centinaia di miglia di territorio.Ottobre 1976 Tallin (Urss). Salta in aria una centrale atomica sotterranea: almeno cento persone sono morte. Le autorità sovietiche negano ma dopo il 25 ottobre, e per una settimana almeno, il quotidiano russo ha pubblicato una decina di necrologi ogni numero (Per un resoconto più dettagliato di questo incidente vedi «Panorama» de 30/11/1976, p. 145.).
1977 Bulgaria. Nella centrale di Klozodiy, a causa di un terremoto, salta la strumentazione di controllo del reattore. Grazie ai tecnici che sono riusciti a fermare la reazione, l’Europa ha evitato conseguenze gravissime.
1977 Aprile, El Ferrol (Spagna). Fuga radioattiva. Più di 100 persone contaminate.
1978 Maggio, Caorso (Italia). Il giorno del collegamento della centrale con la rete elettrica (26 maggio '78) si sono avute fughe limitate nel reparto turbine. Ci sono valvole che non tengono, strutture portanti, come i tiranti che sostengono i tubi del gas radioattivo, mal progettati con calcoli sbagliati.
1979 Three Mile Island, Harrisburgh, Usa. Il surriscaldamento del reattore provocò la parziale fusione del nucleo rilasciando nell'atmosfera gas radioattivi pari a 15000 terabequerel (TBq). In quella occasione vennero evacuate 3.500 persone.
1982 USA. Nella centrale di Giuna, uno dei tubi del sistema refrigerante sì fessura e scarica acqua bollente radioattiva. 1982 USA. Dopo l’incidente di Giuna si scoprono in altre sette centrali oggetti di metallo dimenticati nelle condotti. Molti impianti sono così fermati perché ritenuti poco sicuri.
1986 Chernobyl, Unione Sovietica. L'incidente nucleare in assoluto più grave di cui si abbia notizia. Il surriscaldamento provocò la fusione del nucleo del reattore e l'esplosione del vapore radioattivo. Si levò al cielo una nube pari a 12.000.000 di TBq di materiale radioattivo disperso nell'aria (per avere un'entità del disastro confrontate questo valore con i 15.000 Tbq del precedente incidente nucleare registrato nel 1979 a Three Mile Island negli Usa). Circa 30 persone morirono immediatamente, altre 2.500 nel periodo successivo per malattie e cause tumorali. L'intera Europa fu esposta alla nube radioattiva e per milioni di cittadini europei aumentò il rischio di contrarre tumori e leucemia. Non esistono dati ufficiali sui decessi complessivi ricollegabili a Chernobyl dal 1986 ad oggi.si ritiene che circa 9 MILIONI DI PERSONE ABBIANO SOFFERTO DI DANNI DALLA ESPLOSIONE.
1989 Finlandia. Avaria nel sistema di controllo nella stazione di Olkiluoto.
1990 Germania. Infiltrazione di tritio nella stazione nucleare di Kruemmel.
1991 Finlandia. Spegnimento manuale dovuto ad un incendio nella stazione di Olkiluoto.
1991 Germania. Incidente durante il rifornimento di carburante nella stazione di Wuergassen.
1992 Germania. Avaria nel sistema di raffreddamento nella centarale di Brunsbuttel.
1995 Germania. L'Alta Corte tedesca decide che la licenza di attività concessa alla stazione di Mülheim-Kärlich è illegale, a causa della mancata considerazione, in fase di concessione, del rischio di terremoto nella zona.
1996 Germania. Un programma della TV tedesca, Monitor, svela che la Siemens ha compiuto numerosi errori durante la costruzione della stazione di Kruemmel.
1997 Germania. 20,000 dimostranti si affollano presso il deposito di scorie radioattive di Gorleben per manifestare contro il trasporto di scorie nucleari.
1997 Germania. Un treno trasportante liquido nucleare deraglia di fronte alla stazione di Kruemmel.
1999, 8 Gennaio, Francia. Centrale di Cruas Meysse, 65 persone evacuate dopo che si sono accese le luci d’allarme radioattivo.
1999, 11 Marzo, Francia. Centrale del Tricastin, un contaminato.
1999, 16 Giugno, Russia. Centrale di Seversk, 2 contaminati per fuga radioattiva.
1999, 23 Giugno, Ucraina. Centrale di Rivno, principio incendio.
1999, 4 Luglio, Ucraina. Centrale di Zaporozhie (Ucraina), bloccato un reattore per precauzione.
1999, 12 Luglio, Giappone. Centrale Tsuruga, bloccato reattore per una perdita acqua.
1999, 17 Luglio, Ucraina. Centrale di Cernobyl, 3 operai contaminati.
1999 Tokaimura, Giappone, . Un incidente in una fabbrica di combustibile nucleare attivò la reazione a catena incontrollata. Tre persone morirono all'istante mentre altre 450 furono esposte alle radiazioni (119 in modo grave).
La mattina di giovedì le autorità rivelano che, a causa di una fuoriuscita d’uranio, si è innescata una fissione incontrollata nel nocciolo del reattore.
· Alle 10:30 scatta l’allarme, alcuni operai sono stati contaminati in modo molto grave.
· Alle 12:41 la polizia crea un “cordone” intorno alla centrale, si capisce che l’incidente sta diventando più grave del previsto.
· Alle 15:18 alcune famiglie residenti nei pressi della centrale vengono evacuate.
· Alle 21:00 si tiene una riunione di emergenza e il governo comprende a questo punto la gravità dell’incidente; oltre 300000 persone invitate a stare in casa.
· Alle 24:00 la radioattività attorno e dentro all’impianto raggiunge livelli tra le 10 e le 20 mila volte superiore alla norma.
· Alle 2:30 del giorno seguente 18 tecnici operi nell’impianto accettano una missione da veri “kamikaze”, devono entrare nell’impianto per fermare la reazione a catena, ben consapevoli che, terminata la missione, non sarebbero più stati gli stessi.
· Alle 6:00 le autorità affermano che la radioattività è scesa a zero.
Dopo si accerterà che è stato un errore umano, i tecnici stavano infatti trasportando, all’interno dell’edificio dove si tratta l’uranio usato come combustibile nella vicina centrale nucleare, due barili di miscela di uranio- acido nitrico(che venivano miscelati a mano, con un rudimentale imbuto, di 30 kg ognuno: questi sono involontariamente caduti terra e, essendosi miscelati, hanno innescato la reazione. I tecnici che hanno fermato la reazione sono all’ospedale in gravissime condizioni.1999, 2 Ottobre, Ucraina. Centrale di Khmelitskaya, blocco del reattore per malfunzionamento.
1999, 4 Ottobre, Corea del sud. Centrale di Wolsong, 22 operai contaminati.
1999, 5 Ottobre, Finlandia. Centrale Loviisa, perdita di idrogeno.
1999, 8 Ottobre, Giappone. Deposito di scorie a Rokkasho, fuoriuscita radiazioni.
1999, 20 Ottobre, Francia. Superphenix, un incidente arresta lo scarico di materiale radioattivo.
1999, 27 ottobre, USA. "I bambini statunitensi residenti vicino le centrali nucleari di New York, New Jersey e Florida hanno nei denti un "radioisotopo" (lo stronzio 90) che li espone ad un rischio tumore molto alto". Così Ernest Sternglass, professore di radiologia all'università di Pittsburgh ha esordito nell'ultima conferenza stampa del progetto no-profit di "radioprotezione e salute pubblica". Lo sconcertante risultato è stato ottenuto dai ricercatori statunitensi che hanno analizzato 515 bambini residenti negli Stati di New York, New Jersey e Florida. I livelli di radioattività rilevata nei campioni, raccolti dal 1979 al 1992, erano molto vicini a quelli osservati a metà degli anni '50 quando Stati Uniti e Unione Sovietica, in piena guerra fredda, si dilettavano negli esperimenti con le armi invisibili. Secondo i responsabili del progetto i livelli di radioattività dovevano invece essere scesi intorno allo zero. "Se gli esperimenti nucleari sia di superficie, sia sotterranei sono effettivamente terminati, i primi sospetti cadono sui reattori nucleari e sui relativi incidenti", ha detto Sternglass, che ha aggiunto: "II mondo è troppo piccolo per gli incidenti nucleari". I responsabili del progetto attribuiscono parte di questa radioattività al disastro avvenuto nel 1979 a Three Mile Island e a quello di Chernobyl nel 1986. Ci sono documenti federali che testimoniano la fuga nucleare dal reattore di Suffolk (New York) nei primi anni '80.1999, 18 Novembre, Scozia. Centrale di Torness, un tornado precipita a meno di 800 metri dall’impianto.
1999, 13 Dicembre, Russia. Centrale Zaporozhe, fermato reattore.
2000, 5 Gennaio, Francia. Centrale di Blayais, una tempesta costringe a fermare 2 reattori per allagamento.
2000, 15 Febbraio, USA. Reattore Indian Point 2, fuga vapore radioattivo.
2001 Germania. Esplosione di una parte dell'impianto di Brunsbuettel.
2004, 9 agosto, Giappone. Nel reattore numero 3 nell’impianto di Mihama, 350 chilometri a ovest di Tokyo, una fuoriuscita di vapore ad alta pressione, con una temperatura superiore ai 200 gradi, è costata la vita a quattro operai. Altri sette operai sono in condizioni molto gravi. Si è trattato del più tragico incidente nella storia dello sfruttamento dell'energia nucleare a fini civili in Giappone. L’azienda Kansai Electric Power, che gestisce la centrale, si è affrettata a comunicare che non c’è stata contaminazione radioattiva.
2004, 9 agosto, Giappone. altra centrale non precisata. A quanto ha riferito l'agenzia Kyodo, le fiamme sono divampate nel settore dove vengono smaltite le scorie, adiacente al reattore numero 2, in un impianto situato nella prefettura di Shimane. Anche in questo caso non c’è stata alcuna fuga radioattiva.
2004, 9 agosto, Giappone. Incidente nella centrale nucleare della Tokyo Electric Power Company (Tepco), la più grande impresa produttrice di energia in Giappone. La società ha comunicato che il generatore dell’impianto di Fukushima-Daini è stato fermato per una perdita di acqua.
1952 Usa. Un incidente con reattore Argon. 4 morti accertati.
1955 Febbraio, Atlantico. La nave appoggio Fori-Rosalie della Royal Navy affonda nell'Atlantico 1500 recipienti contenenti ciascuno una tonnellata di residui atomici a 1.600 Km dalle coste inglesi e a 2.000 metri di profondità.
Ottobre 1957 Windscale (GB). Fusione del nocciolo (l'incidente più grave che possa accadere in una centrale). Il reattore viene inondato. Fuga di radioattività pari al 1/10 della bomba atomica di Hiroshima. La nube radioattiva arriva fino in Danimarca. La radioattività su Londra si eleva 20 volte oltre il valore naturale (Londra dista da Windscale 500 km). Il consumo di latte è vietato in un raggio di 50 km (ogni giorno vengono gettati 600.000 litri di latte).
1957 Sellafield (Gran Bretagna). Un incendio nel reattore dove si produceva plutonio per scopi militari generò una nube radioattiva imponente. La nube attraversò l'intera Europa. Sono stati ufficializzati soltanto 300 morti per cause ricondotte all'incidente (malattie, leucemie, tumori) ma il dato potrebbe essere sottostimato.
1957 Kyshtym (Unione Sovietica). Un bidone di rifiuti radioattivi prese fuoco ed esplose contaminando migliaia di Kmq di terreno. Furono esposte alle radiazioni circa 270.000 persone.
1958 Usa. Un incidente a Oak Ridge: 12 persone investite dalle radiazioni.
1958 zona Urali (Urss). Catastrofe nucleare a causa dell'esplosione di un deposito di scorie radioattive. Centinaia di morti. Decine di migliaia di contaminati. Migliaia di km ancora oggi recintati.
1961 Idaho (Usa). Esplosione del reattore: 3 morti. Non si sono contati gli intossicati dentro e fuori l'impianto. Il grado di contaminazione dei corpi dei deceduti risultò così alto che le teste e le mani furono tagliate e sepolte in un deposito di scorie radioattive. L'impianto è stato definitivamente chiuso.
1964 Usa. Incidente al reattore Wood River: un morto.
1964 Garigliano (Italia). Guasto al sistema di spegnimento di emergenza del reattore. Si è andati vicino alla catastrofe.
1966 Belgio. Il fisico Ferdinand Janssen intossicato viene portato all'ospedale Curie di Parigi.
1966 Ottobre, Lagoona Beach (Usa). Alcune piastre di protezione si staccano e bloccano il circuito di raffreddamento del reattore autofertilizzante Enrico Fermi (61 Mw) per cui si ha surriscaldamento; il dispositivo di arresto automatico non funziona; il reattore riprende la sua attività soltanto nel 1970; e nel 1972 viene fermato definitivamente.
1967 Trino Vercellese (Italia). Fessurazione di una guaina d'acciaio di una barra di combustibile con conseguente chiusura della centrale per 3 anni. Per buona parte di questo tempo la centrale ha scaricato nelle acque del Po trizio radioattivo.
1967 Francia. Fusione di elementi combustibili nel cuore del reattore di Siloe (Grenoble). Ciò provoca la liberazione di Iodio 131 e Cesio 137 nell'acqua di raffreddamento del reattore. Si liberano gas radioattivi nell'aria.
1968 Den Haag (Olanda). Per un «errore tecnico» si libera nella centrale Up 2 del materiale radioattivo. La radioattività nell'aria della città supera di 100 volte i limiti «accettabili».
1968 Gennaio, Chooz (Belgio). Grave incidente nel reattore ad acqua leggera. La riparazione è durata 2 anni e 2 mesi. Nel 1970 il reattore è guasto di nuovo.
1968 Agosto, Brenìllis (Spagna). La centrale si blocca completamente. La riparazione è durata 3 anni.
1968 Francia. Il reattore di Monts Arreé si arresta per un incidente. Periodo di riparazione: 3 mesi.
1969 Garigliano (Italia). Sette arresti alla centrale per guasti.
Febbraio 1969 Latina (Italia). Arresto alla centrale di Latina per mancanza di alimentazione alla strumentazione (a marzo si avrà ancora un grosso guasto alla stessa centrale).
Gennaio 1969 Lucens (Svizzera). Dopo sole 7 ore di funzionamento si ha surriscaldamento con rottura di guaine ed infiltrazione di acqua contaminata nel sotterraneo. La grotta contenente la centrale è stata murata definitivamente.
1969 Germania. Per fessurazioni molteplici delle turbine il reattore Gundremmingen sul Danubio viene chiuso per 3 anni.
1969 Usa. Incendio nel reattore di Rocky-Flats. Durante l'incendio si perde plutonio.
1969 Francia. Parecchi chilogrammi di uranio vanno persi durante un incidente a Saint Laurent des Eaux. Le riparazioni durano parecchi mesi.
1970 Belgio. Altro incidente nel cuore del reattore di Chooz.
1970 Chicago (Usa). L'impianto Edison perde 200.000 litri di acqua contaminata.
1970 Usa. Il reattore da 600 Mw Dresden 2 sfugge completamente al controllo per 2 ore per un guasto ad una apparecchiatura di controllo.
1971 Den Haag (Olanda). Rottura di un tubo per il convoglia-mento di acqua radioattiva.
1971 Kansas. Si scopre che la miniera di sale scelta per lo stoccaggio delle scorie radioattive, al riparo dell'acqua, è piena di buchi e l'Aec (Ente americano per l'energia nucleare) è costretto a improvvisare dei piani di stoccaggio in superficie.
1971 Francia. Fournier rivela in «Charlie Hebdo» n. 14 che un tecnico del centro nucleare di Saclay ha tentato, due anni prima, di suicidarsi dando fuoco al laboratorio in cui lavorava.
1972 Francia. Due militanti del gruppo ecologico «Survivre et vivre» scoprono che più di 500 fusti di residui radioattivi su 18.000 conservati all'aperto al centro di ricerche nucleari di Saclay, hanno larghe fenditure che lasciano così sfuggire la radioattività.
1972 Francia. Un operaio portoghese che non conosce i segnali di pericolo lavora parecchie ore in una sala irradiata del centro di Saclay.
1972 Francia. Ancora al centro di Saclay sfuggono dieci metri cubi di liquidi radioattivi.
1972 Usa. Due lavoratori nell'impianto di Surry muoiono per l'esplosione dei tubi di un sistema di sicurezza mentre ispezionano tubi già difettosi.
1973 Marzo, Chinon (Francia). Arresto definitivo della centrale nucleare di Chinon I, dopo soli 11 anni di funzionamento. Di fatto la centrale ha mosso le turbine per 43.000 ore, ossia per 5 anni.
1973 Hanford (Usa). La Aec ammette che nei 15 anni precedenti si sono verificati 15 incidenti in cui si sono liberati liquidi radioattivi per un totale di 1.600.000 litri.
1973 Settembre, La Hague (Francia). Fuga di gas radioattivo. 35 lavoratori sono contaminati di cui 7 gravemente.
1973 Settembre, Windscale (GB). Nell'officina di ritrattamento si ha un rigetto di radioattività. 40 lavoratori sono contaminati.
1973 Novembre, Hanford (Usa). Si ha la diciassettesima fuga di liquidi radioattivi. Gli accumuli di plutonio in una fossa vicino alla città sono così grandi da rendere possibile una reazione a catena.
1973 Dicembre, Usa. Di 39 reattori, negli Usa, 13 sono fuori servizio. Brown's Ferry lavora al 10%, Peach Botton al 2%, Connec 2 al 20%.
1973 Den Haag (Olanda). 35 addetti agli impianti sono intossicati (7 in modo molto grave). Nubi di gas radioattivo si diffondono per 15 minuti sulla campagna.
1974 Usa. Da un'inchiesta risulta che più di 3.700 persone che avevano accesso ad armi atomiche hanno dovuto essere licenziate. Motivi: demenza, decadimento intellettuale, alcolismo.
1974 Sevcenko (Urss). Reazione tra il sodio (usato come liquido refrigerante) e l'acqua con generazione di idrogeno e soda caustica (che a sua volta corrode il circuito di trasporto del fluido). Il risultato è una grossa esplosione.
1974 Aprile, Austria. Qualcuno contamina volontariamente il treno Vienna-Linz con Iodio 131 e Iodio 113. Dodici persone vengono ricoverate. Gli autori dell'attentato non sono mai scoperti.
1974 Maggio, Casaccia (Italia). Si spacca un recipiente contenente plutonio. Non si sa altro.
1974 Maggio, Usa. L'Usaec comunica che 861 anomalie si sono prodotte nel 1973 nei 42 reattori in funzione; che 371 avrebbero potuto essere serie e che 18 lo furono realmente (di cui 12 con fuga di radioattività).
1974 Usa. Una nube radioattiva di trizio si forma per una fuga di gas da un condotto della centrale di Savannah Mirex, in Carolina. La nube va lentamente alla deriva ad una altezza di 70 metri.
1974 Francia. A 60 anni dall'avvio di una fabbrica di radio, nonostante il suo smantellamento, si libera ancora una radioattività significativa. L'acquirente del terreno di Gyf-sur-Yvette sul quale la fabbrica è situata scopre in vari punti fonti radioattive che superano 50 volte la dose massima consentita.
1974 Belgio. L'acqua della condotta Visé, captata nel Pletron, contiene da 2 a 3 volte più radon 22 (gas radioattivo) del massimo ammesso per una popolazione adulta vicina ad una centrale.
1975 Gennaio, Usa. Viene ordinata la chiusura di 23 reattori per guasti nel sistema di raffreddamento, vibrazioni anormali e piccole fughe di gas radioattivo.
1975 Germania. Il 19 novembre muoiono 2 operai nel reattore di Gundremmingen. I due dovevano riparare una valvola. Escono 4 litri di vapore radioattivo ad una pressione di 60 atmosfere e ad una temperatura di 270°C.
1975, 22 novembre, Italia. Due navi americane, la portaerei J.F.Kennedy e l'incrociatore Belknap, a bordo della quale vi erano armi nucleari, (come testimonia l'allarme in codice "broken arrow" che fu lanciato dal comandante della sesta flotta americana e che indica appunto un incidente che vede coinvolte armi nucleari) si scontrano al largo della Sicilia. La Belknap prese fuoco e fu gravemente danneggiata, ma l'incendio venne fermato a pochi metri dal magazzino che conteneva le armi atomiche.
1975 Marzo, Brown's Ferry (Usa). Per cercare correnti d'aria nella cabina di comando della centrale viene usata una candela che appicca il fuoco a tutti i cavi elettrici bloccando tutti i sistemi di sicurezza. Si riesce a rimediare fortunosamente (per un resoconto più dettagliato di questo grave incidente vedi il «Corriere della sera» del 2/7/1977, p. 3.). Secondo il calcolo delle probabilità questo incidente può verifi-carsi in un caso su mille miliardi!
1976 Gennaio, Germania. Sempre a Gundremmingen la neve caduta in abbondanza spezza le linee elettriche che convogliano l'energia prodotta nel reattore. Questo, spento con la procedura d'emergenza, fu soggetto ad una tale pressione interna che le valvole di sicurezza si aprirono e liberarono vapore radioattivo.
1976 Windscale (GB). Il reattore contamina di Iodio 131 centinaia di miglia di territorio.Ottobre 1976 Tallin (Urss). Salta in aria una centrale atomica sotterranea: almeno cento persone sono morte. Le autorità sovietiche negano ma dopo il 25 ottobre, e per una settimana almeno, il quotidiano russo ha pubblicato una decina di necrologi ogni numero (Per un resoconto più dettagliato di questo incidente vedi «Panorama» de 30/11/1976, p. 145.).
1977 Bulgaria. Nella centrale di Klozodiy, a causa di un terremoto, salta la strumentazione di controllo del reattore. Grazie ai tecnici che sono riusciti a fermare la reazione, l’Europa ha evitato conseguenze gravissime.
1977 Aprile, El Ferrol (Spagna). Fuga radioattiva. Più di 100 persone contaminate.
1978 Maggio, Caorso (Italia). Il giorno del collegamento della centrale con la rete elettrica (26 maggio '78) si sono avute fughe limitate nel reparto turbine. Ci sono valvole che non tengono, strutture portanti, come i tiranti che sostengono i tubi del gas radioattivo, mal progettati con calcoli sbagliati.
1979 Three Mile Island, Harrisburgh, Usa. Il surriscaldamento del reattore provocò la parziale fusione del nucleo rilasciando nell'atmosfera gas radioattivi pari a 15000 terabequerel (TBq). In quella occasione vennero evacuate 3.500 persone.
1982 USA. Nella centrale di Giuna, uno dei tubi del sistema refrigerante sì fessura e scarica acqua bollente radioattiva. 1982 USA. Dopo l’incidente di Giuna si scoprono in altre sette centrali oggetti di metallo dimenticati nelle condotti. Molti impianti sono così fermati perché ritenuti poco sicuri.
1986 Chernobyl, Unione Sovietica. L'incidente nucleare in assoluto più grave di cui si abbia notizia. Il surriscaldamento provocò la fusione del nucleo del reattore e l'esplosione del vapore radioattivo. Si levò al cielo una nube pari a 12.000.000 di TBq di materiale radioattivo disperso nell'aria (per avere un'entità del disastro confrontate questo valore con i 15.000 Tbq del precedente incidente nucleare registrato nel 1979 a Three Mile Island negli Usa). Circa 30 persone morirono immediatamente, altre 2.500 nel periodo successivo per malattie e cause tumorali. L'intera Europa fu esposta alla nube radioattiva e per milioni di cittadini europei aumentò il rischio di contrarre tumori e leucemia. Non esistono dati ufficiali sui decessi complessivi ricollegabili a Chernobyl dal 1986 ad oggi.si ritiene che circa 9 MILIONI DI PERSONE ABBIANO SOFFERTO DI DANNI DALLA ESPLOSIONE.
1989 Finlandia. Avaria nel sistema di controllo nella stazione di Olkiluoto.
1990 Germania. Infiltrazione di tritio nella stazione nucleare di Kruemmel.
1991 Finlandia. Spegnimento manuale dovuto ad un incendio nella stazione di Olkiluoto.
1991 Germania. Incidente durante il rifornimento di carburante nella stazione di Wuergassen.
1992 Germania. Avaria nel sistema di raffreddamento nella centarale di Brunsbuttel.
1995 Germania. L'Alta Corte tedesca decide che la licenza di attività concessa alla stazione di Mülheim-Kärlich è illegale, a causa della mancata considerazione, in fase di concessione, del rischio di terremoto nella zona.
1996 Germania. Un programma della TV tedesca, Monitor, svela che la Siemens ha compiuto numerosi errori durante la costruzione della stazione di Kruemmel.
1997 Germania. 20,000 dimostranti si affollano presso il deposito di scorie radioattive di Gorleben per manifestare contro il trasporto di scorie nucleari.
1997 Germania. Un treno trasportante liquido nucleare deraglia di fronte alla stazione di Kruemmel.
1999, 8 Gennaio, Francia. Centrale di Cruas Meysse, 65 persone evacuate dopo che si sono accese le luci d’allarme radioattivo.
1999, 11 Marzo, Francia. Centrale del Tricastin, un contaminato.
1999, 16 Giugno, Russia. Centrale di Seversk, 2 contaminati per fuga radioattiva.
1999, 23 Giugno, Ucraina. Centrale di Rivno, principio incendio.
1999, 4 Luglio, Ucraina. Centrale di Zaporozhie (Ucraina), bloccato un reattore per precauzione.
1999, 12 Luglio, Giappone. Centrale Tsuruga, bloccato reattore per una perdita acqua.
1999, 17 Luglio, Ucraina. Centrale di Cernobyl, 3 operai contaminati.
1999 Tokaimura, Giappone, . Un incidente in una fabbrica di combustibile nucleare attivò la reazione a catena incontrollata. Tre persone morirono all'istante mentre altre 450 furono esposte alle radiazioni (119 in modo grave).
La mattina di giovedì le autorità rivelano che, a causa di una fuoriuscita d’uranio, si è innescata una fissione incontrollata nel nocciolo del reattore.
· Alle 10:30 scatta l’allarme, alcuni operai sono stati contaminati in modo molto grave.
· Alle 12:41 la polizia crea un “cordone” intorno alla centrale, si capisce che l’incidente sta diventando più grave del previsto.
· Alle 15:18 alcune famiglie residenti nei pressi della centrale vengono evacuate.
· Alle 21:00 si tiene una riunione di emergenza e il governo comprende a questo punto la gravità dell’incidente; oltre 300000 persone invitate a stare in casa.
· Alle 24:00 la radioattività attorno e dentro all’impianto raggiunge livelli tra le 10 e le 20 mila volte superiore alla norma.
· Alle 2:30 del giorno seguente 18 tecnici operi nell’impianto accettano una missione da veri “kamikaze”, devono entrare nell’impianto per fermare la reazione a catena, ben consapevoli che, terminata la missione, non sarebbero più stati gli stessi.
· Alle 6:00 le autorità affermano che la radioattività è scesa a zero.
Dopo si accerterà che è stato un errore umano, i tecnici stavano infatti trasportando, all’interno dell’edificio dove si tratta l’uranio usato come combustibile nella vicina centrale nucleare, due barili di miscela di uranio- acido nitrico(che venivano miscelati a mano, con un rudimentale imbuto, di 30 kg ognuno: questi sono involontariamente caduti terra e, essendosi miscelati, hanno innescato la reazione. I tecnici che hanno fermato la reazione sono all’ospedale in gravissime condizioni.1999, 2 Ottobre, Ucraina. Centrale di Khmelitskaya, blocco del reattore per malfunzionamento.
1999, 4 Ottobre, Corea del sud. Centrale di Wolsong, 22 operai contaminati.
1999, 5 Ottobre, Finlandia. Centrale Loviisa, perdita di idrogeno.
1999, 8 Ottobre, Giappone. Deposito di scorie a Rokkasho, fuoriuscita radiazioni.
1999, 20 Ottobre, Francia. Superphenix, un incidente arresta lo scarico di materiale radioattivo.
1999, 27 ottobre, USA. "I bambini statunitensi residenti vicino le centrali nucleari di New York, New Jersey e Florida hanno nei denti un "radioisotopo" (lo stronzio 90) che li espone ad un rischio tumore molto alto". Così Ernest Sternglass, professore di radiologia all'università di Pittsburgh ha esordito nell'ultima conferenza stampa del progetto no-profit di "radioprotezione e salute pubblica". Lo sconcertante risultato è stato ottenuto dai ricercatori statunitensi che hanno analizzato 515 bambini residenti negli Stati di New York, New Jersey e Florida. I livelli di radioattività rilevata nei campioni, raccolti dal 1979 al 1992, erano molto vicini a quelli osservati a metà degli anni '50 quando Stati Uniti e Unione Sovietica, in piena guerra fredda, si dilettavano negli esperimenti con le armi invisibili. Secondo i responsabili del progetto i livelli di radioattività dovevano invece essere scesi intorno allo zero. "Se gli esperimenti nucleari sia di superficie, sia sotterranei sono effettivamente terminati, i primi sospetti cadono sui reattori nucleari e sui relativi incidenti", ha detto Sternglass, che ha aggiunto: "II mondo è troppo piccolo per gli incidenti nucleari". I responsabili del progetto attribuiscono parte di questa radioattività al disastro avvenuto nel 1979 a Three Mile Island e a quello di Chernobyl nel 1986. Ci sono documenti federali che testimoniano la fuga nucleare dal reattore di Suffolk (New York) nei primi anni '80.1999, 18 Novembre, Scozia. Centrale di Torness, un tornado precipita a meno di 800 metri dall’impianto.
1999, 13 Dicembre, Russia. Centrale Zaporozhe, fermato reattore.
2000, 5 Gennaio, Francia. Centrale di Blayais, una tempesta costringe a fermare 2 reattori per allagamento.
2000, 15 Febbraio, USA. Reattore Indian Point 2, fuga vapore radioattivo.
2001 Germania. Esplosione di una parte dell'impianto di Brunsbuettel.
2004, 9 agosto, Giappone. Nel reattore numero 3 nell’impianto di Mihama, 350 chilometri a ovest di Tokyo, una fuoriuscita di vapore ad alta pressione, con una temperatura superiore ai 200 gradi, è costata la vita a quattro operai. Altri sette operai sono in condizioni molto gravi. Si è trattato del più tragico incidente nella storia dello sfruttamento dell'energia nucleare a fini civili in Giappone. L’azienda Kansai Electric Power, che gestisce la centrale, si è affrettata a comunicare che non c’è stata contaminazione radioattiva.
2004, 9 agosto, Giappone. altra centrale non precisata. A quanto ha riferito l'agenzia Kyodo, le fiamme sono divampate nel settore dove vengono smaltite le scorie, adiacente al reattore numero 2, in un impianto situato nella prefettura di Shimane. Anche in questo caso non c’è stata alcuna fuga radioattiva.
2004, 9 agosto, Giappone. Incidente nella centrale nucleare della Tokyo Electric Power Company (Tepco), la più grande impresa produttrice di energia in Giappone. La società ha comunicato che il generatore dell’impianto di Fukushima-Daini è stato fermato per una perdita di acqua.
giovedì 29 maggio 2008
3 false opinioni sul nucleare
A venti anni dall’incidente alla centrale nucleare di Chernobyl che ha causato uno dei più gravi disastri della storia contemporanea, dopo un referendum in cui la popolazione si espresse contro la “via nucleare” per risolvere i problemi energetici, il governo italiano, intende intraprendere la costruzione di nuove centrali.
Nessuna delle questioni che furono alla base della scelta referendaria , e della strategia energetica di nazioni quali la Germania, che ha previsto l’affrancamento dal nucleare entro il 2020., è stata veramente risolta.
Il nucleare di terza generazione non ha requisiti di sicurezza assoluta. Il nucleare non ci affranca dalla dipendenza dai paesi produttori di materie prime.
Il nucleare non è economico.
I Rifiuti. I rifiuti sono suddivisi in tre categorie: a bassa attività (decadimento in qualche anno), media attività (decadimento in centinaia di anni) ad alta attività (decadimento in migliaia di anni)
Nel 2006 nel mondo vi erano 200.000 tonnellate di rifiuti ad alta attività, nel 2015 sono stimati a 400.000 nel 2050 1.000.000. A tutt’oggi non è stato possibile individuare una collocazione per questo tipo di scorie. Lo stoccaggio di questi materiali comporta costi enormi e notevoli pericoli riguardano il trasporto. Un deposito che in futuro potrebbe ospitare 70.000 tonnellate di residui, che è allo studio in Nevada ha un costo che si aggira su i 65 miliardi di dollari.
Ad oggi in tutto il mondo, centinaia di migliaia di persone soffrono per malattie prodotte da radiazioni, in molti casi in conseguenza di problemi derivanti dai siti di stoccaggio.
La storia del nucleare nel mondo è costellata di incidenti e sperimentazioni ad alto rischio, di cui esistono evidenze, possiamo solo immaginare quanti incidenti sono stati occultati. Il proliferare del nucleare aumenta i rischi di incidenti e questo dimostra la pericolisità di questa scelta per l’uomo e per il pianeta.
La considerazione che oggi paesi come la Cina e l’India stanno indirizzandosi a produrre l’energia necessaria al loro legittimo sviluppo sulla falsa riga delle nazioni occidentali, fa intendere che l’approvvigionamento di materiali fissili (*) e fossili sarà sempre più problematica.
In considerazione di quanto detto, obiettivo di primario interesse sociale è mirare alla sostituzione
del sistema di produzione con energia primaria rinnovabile.
Ci opponiamo alla costruzione di centrali nucleari in Italia, in rispetto alla scelta referendaria già espressa, e che tutti gli sforzi siano indirizzati verso lo sfruttamento delle altre forme di energia inesauribile, di cui è molto ricco il nostro paese.
Nessuna delle questioni che furono alla base della scelta referendaria , e della strategia energetica di nazioni quali la Germania, che ha previsto l’affrancamento dal nucleare entro il 2020., è stata veramente risolta.
Il nucleare di terza generazione non ha requisiti di sicurezza assoluta. Il nucleare non ci affranca dalla dipendenza dai paesi produttori di materie prime.
Il nucleare non è economico.
I Rifiuti. I rifiuti sono suddivisi in tre categorie: a bassa attività (decadimento in qualche anno), media attività (decadimento in centinaia di anni) ad alta attività (decadimento in migliaia di anni)
Nel 2006 nel mondo vi erano 200.000 tonnellate di rifiuti ad alta attività, nel 2015 sono stimati a 400.000 nel 2050 1.000.000. A tutt’oggi non è stato possibile individuare una collocazione per questo tipo di scorie. Lo stoccaggio di questi materiali comporta costi enormi e notevoli pericoli riguardano il trasporto. Un deposito che in futuro potrebbe ospitare 70.000 tonnellate di residui, che è allo studio in Nevada ha un costo che si aggira su i 65 miliardi di dollari.
Ad oggi in tutto il mondo, centinaia di migliaia di persone soffrono per malattie prodotte da radiazioni, in molti casi in conseguenza di problemi derivanti dai siti di stoccaggio.
La storia del nucleare nel mondo è costellata di incidenti e sperimentazioni ad alto rischio, di cui esistono evidenze, possiamo solo immaginare quanti incidenti sono stati occultati. Il proliferare del nucleare aumenta i rischi di incidenti e questo dimostra la pericolisità di questa scelta per l’uomo e per il pianeta.
La considerazione che oggi paesi come la Cina e l’India stanno indirizzandosi a produrre l’energia necessaria al loro legittimo sviluppo sulla falsa riga delle nazioni occidentali, fa intendere che l’approvvigionamento di materiali fissili (*) e fossili sarà sempre più problematica.
In considerazione di quanto detto, obiettivo di primario interesse sociale è mirare alla sostituzione
del sistema di produzione con energia primaria rinnovabile.
Ci opponiamo alla costruzione di centrali nucleari in Italia, in rispetto alla scelta referendaria già espressa, e che tutti gli sforzi siano indirizzati verso lo sfruttamento delle altre forme di energia inesauribile, di cui è molto ricco il nostro paese.
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